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    Ben Sulayem sul futuro della F1 in Europa: “Da proteggere, anche se…”

    ROMA – C’è sempre meno Europa nella Formula 1. La forte espansione del Circus nei mercati orientali, mediorientali, ma anche negli Stati Uniti con Miami e Las Vegas, ha fatto calare in questi anni gli appuntamenti nel vecchio continente. Anche tappe storiche come quella di Monaco o di Spa non sono sicure di una permanenza a lungo termine nel calendario, anche se la FIA prova a dare rassicurazioni: “Anche se ci sono altre parti del mondo che stanno diventando più attraenti, non dobbiamo abbandonare l’Europa, tutto è iniziato lì per la F1 – ha detto il presidente Mohammed Ben Sulayem ai microfoni di “Motorsport” -. Penso che si possa andare ovunque, ma non si può portare via tutto dall’Europa allo stesso tempo. Cercherò di proteggerla il più possibile”.Guarda la galleryF1, le più veloci al pit stop: la posizione della Ferrari
    L’appeal extraeuropeo
    “Ma dove si traccia la linea rossa? In fin dei conti, il promotore sta costruendo un’attività commerciale e dobbiamo considerare ciò che dobbiamo fare per mantenere il motorsport in questo mondo sempre più ostile alle auto – ha aggiunto Ben Sulayem -. Ma poiché l’acqua scorre solo in un senso, è necessario che i Paesi lo sostengano, e alcuni lo fanno più di altri, purtroppo il più delle volte fuori dall’Europa”.
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    MotoGP, Valentino Rossi: “Avrei meritato il decimo Mondiale”

    ROMA – Valentino Rossi, ripercorrendo la sua carriera in MotoGP, non guarda solo ai tantissimi successi. Intervistato da “Motorsport-total”, il pesarese non ha avuto dubbi: avrebbe meritato il decimo titolo nel Motomondiale. “Sono un po’ triste per non essere riuscito a conquistare il decimo Mondiale – ha detto -. Principalmente perché penso che me lo sarei meritato, in base al mio livello e alla mia velocità. Per due volte ho perso il titolo all’ultima gara della stagione. Anche per questo motivo ritengo che avrei meritato il decimo titolo”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Rossi
    Rossi è poi tornato anche sull’esperienza in Ducati, i cui risultati sono stati inferiori alle aspettative: “Il periodo trascorso con il team di Borgo Panigale è stato difficile per me, ma non mi pento di aver preso quella decisione. È stata una grande sfida: un pilota italiano su una moto italiana. Vincendo, avremmo fatto la storia”. LEGGI TUTTO

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    Una Jaguar per il boss: quando Messina Denaro chiese l'auto armata

    “U siccu” e “Diabolik” sono da sempre i due soprannomi affibbiati a Matteo Messina Denaro, il boss mafioso catturato oggi a Palermo dopo 30 anni di latitanza. Il primo era riferito alla sua corporatura esile, il secondo alla sua passione per il fumetto che raccontava i crimini del famoso assassino. Proprio come lui, Denaro amava le Jaguar, tanto da volerne una esattamente uguale a quella del personaggio.Guarda la galleryJaguar E-Type, l’auto di Diabolik: le foto
    Un optional esagerato
    Secondo la testimonianza di Giacomo Di Girolamo, autore della prima biografia non autorizzata del latitante “Matteo Messina Denaro: l’Invisibile”, il boss mafioso era talmente ossessionato dall’auto di Diabolik da chiedere al suo carrozziere di fiducia di poter montare dei mitra sul cofano della sua vettura, esattamente come sulla E-Type posseduta dal personaggio. Con un grande coraggio, il meccanico rifiutò.
    Certo, per quanto una Jaguar così assurda lo avrebbe rispecchiato nel modo più estremo, un’auto simile avrebbe sicuramente attirato gli sguardi, quello che Messina Denaro non poteva proprio permettersi data la sua lunghissima latitanza. Per questo, per non essere mai trovato (fino ad oggi) il boss girava con modelli assolutamente sobri e “normali” proprio per non dare nell’occhio. Dal suo primo omicidio a 18 anni, il mafioso si è mosso tra Trapani, Palermo, Mazara e Castelvetrano con una Golf GTI bianca e successivamente con un’Alfa 164 sempre di color bianco sulla quale viaggiava anche insieme a Totò Riina. Naturalmente la passione per le Jaguar non poteva rimanere solo tale: il boss se ne comprò una, un Carrera con il quale si recava al mare durante le sue passeggiate domenicali prima di diventare latitante nel 1993.
    Novità nel Gruppo Jaguar-Land Rover: si è dimesso Thierry Bolloré LEGGI TUTTO

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    Espargaró, nella calza della Befana trova una Porsche da 150mila euro

    “Sembra che io sia stato bravo quest’anno… Carbonio(o) del tipo buono!”, scrive nello scatto pubblicato sui social che lo mostra sorridente accanto alla sua nuovissima Porsche 718 Cayman GT4 RS. Siamo tutti abituati a vedere Alex Espargaró sulla sua moto, ma quello che non tutti sanno è che lo spagnolo ama anche sfrecciare a bordo di potenti e costosissime supercar come questa, il suo auto-regalo per Natale!
    Altro che cioccolatini!
    Chi non vorrebbe trovarsi un’auto del genere che attende solo di essere “scartata”? La Porsche di Espargaro costa ben 150 mila euro, con un motore da 6 cilindri e un’erogazione di 500 CV. Mica male. In realtà questa bella 718 il pilota se l’è auto-regalata come premio per la stagione dibattuta con l’Aprilia. Un regalo adatto, considerata la sua notevole passione per le supercar. Insomma, non ci resta che dire: buone avventure!
    Cristiano Ronaldo, Ferrari e non solo: Bugatti, Lamborghini, Porsche…tutte le supercar! LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Valentino Rossi: “Meritavo il decimo titolo. Se avessi vinto in Ducati…”

    ROMA – “Sono un po’ triste per non essere riuscito a conquistare il decimo Mondiale. Principalmente perché penso che me lo sarei meritato, in base al mio livello e alla mia velocità”. Valentino Rossi, ripercorrendo la sua carriera in MotoGP, non guarda solo ai tantissimi successi. Intervistato da “Motorsport-total”, il pesarese non ha avuto dubbi: avrebbe meritato il decimo titolo nel Motomondiale: “Per due volte ho perso il titolo all’ultima gara della stagione. Anche per questo motivo ritengo che avrei meritato il decimo titolo”.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Sulla Ducati
    Rossi è poi tornato anche sull’esperienza in Ducati, i cui risultati sono stati inferiori alle aspettative: “Il periodo trascorso con il team di Borgo Panigale è stato difficile per me, ma non mi pento di aver preso quella decisione. È stata una grande sfida: un pilota italiano su una moto italiana. Vincendo, avremmo fatto la storia”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Pernat crede ancora in Iannone: “Lo rivedremo in un mondiale”

    ROMA – Manca un solo anno al termine della squalifica per doping di Andrea Iannone. Secondo l’ex manager del pilota abruzzese Carlo Pernat al termine della pena non è escluso un ritorno in pista. “Iannone è un talento pazzesco e di sicuro non bastano quattro anni per annullare il talento. Quello resterà sempre – ha dichiarato a Men on Wheels – e secondo me lui vorrebbe tornare alla competizione. Nella MotoGP, il marketing poi è diventato predominante, ed essendo io un uomo marketing, un rischio su Iannone me lo prenderei senza dubbi. Non so se qualche team lo farà ma sarebbe un bel colpo dal punto di vista mediatico”.
    Il futuro di Iannone
    Per Pernat sono più alte le possibilità di un’esperienza in Superbike rispetto al ritorno in MotoGP.”Penso che lo rivedremo in un mondiale, forse non la MotoGP ma magari la Superbike. Credo che qualcuno, al termine della squalifica gli offrirà una sella, anche perché Andrea si è sempre allenato sodo, non si è mai completamente distaccato dall’ambiente del motorsport e se andiamo a guardare, è ancora un classe 1989 e il prossimo anno avrà 35 anni. Chiedete a Valentino Rossi se si può essere ancora veloci a quell’età. Il Dottore, forse ce lo siamo dimenticati, stava per vincere un mondiale a 36 anni suonati”, queste le parole dell’ex manager genovese. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Pernat su Iannone: la rivelazione sul futuro

    ROMA – Tra un anno il mondo delle moto potrebbe ritrovare un grande protagonista, Andrea Iannone, che vedrà terminare la sua squalifica per doping. Secondo l’ex manager del pilota abruzzese Carlo Pernat non è escluso un ritorno in pista. “Iannone è un talento pazzesco e di sicuro non bastano quattro anni per annullare il talento. Quello resterà sempre – spiega a Men on Wheels – e secondo me lui vorrebbe tornare alla competizione. Nella MotoGP, il marketing poi è diventato predominante, ed essendo io un uomo marketing, un rischio su Iannone me lo prenderei senza dubbi. Non so se qualche team lo farà ma sarebbe un bel colpo dal punto di vista mediatico”.
    Superbike o MotoGP?
    Per Pernat è più probabile un rientro in Superbike rispetto al reintegro in MotoGP. “Penso che lo rivedremo in un mondiale, forse non la MotoGP ma magari la Superbike. Credo che qualcuno, al termine della squalifica gli offrirà una sella, anche perché Andrea si è sempre allenato sodo, non si è mai completamente distaccato dall’ambiente del motorsport e se andiamo a guardare, è ancora un classe 1989 e il prossimo anno avrà 35 anni. Chiedete a Valentino Rossi se si può essere ancora veloci a quell’età. Il Dottore, forse ce lo siamo dimenticati, stava per vincere un mondiale a 36 anni suonati”, ha concluso il manager genovese. LEGGI TUTTO