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Dal Roland Garros: Lorenzo Musetti “Il match con DJokovic nel 2021 è stato formativo per la mia carriera”. La rinascita del tennis americano. Zverev si separa da Bruguera

Lorenzo Musetti si è distinto con un notevole percorso nela stagione sul rosso, posizionandosi come possibile outsider per il Roland Garros 2023. Il talentuoso italiano ha recentemente rilasciato un’intervista a Eurosport, discutendo della sua stagione fino ad oggi e delle sue aspettative per il torneo parigino.
“Sto giocando bene sulla terra battuta, soprattutto ultimamente. Credo di avere buone possibilità di andare avanti, mi sento bene fisicamente, il che è la cosa più importante,” ha esordito Musetti, evidenziando il suo attuale stato di forma e il suo atteggiamento positivo in vista del prestigioso torneo.

Il giovane atleta ha poi ricordato il suo incontro con Novak Djokovic nel 2021, dove nonostante la sconfitta ha avuto effetti positivi sulla sua carriera “Il match del 2021 contro Djokovic è stato memorabile e formativo per la mia carriera, nonostante io abbia perso. Mi ha permesso di credere nel mio tennis e di avere una motivazione extra per poter finalmente batterlo quest’anno.”

Musetti ha avuto la sua rivincita quest’anno a Montecarlo, sconfiggendo il numero uno del mondo in quella che è la vittoria più importante della sua carriera fino ad ora. Ha condiviso i suoi pensieri su questo straordinario successo: “Novak è uno dei migliori giocatori di tutti i tempi. Battere il numero uno del mondo era un obiettivo che avevo, ma farlo contro di lui è stato doppiamente difficile perché è pur sempre Nole. Incontri come questi mi aiutano molto nel mio sviluppo e nel mio percorso, che credo stia andando nella giusta direzione.”

MEDIA DAY: ITW EUROSPORT A LORENZO MUSETTI

Negli ultimi tornei, ci eravamo abituati a vedere Alexander Zverev senza Sergi Bruguera al suo fianco. Il catalano, che ha allenato il tennista tedesco per oltre un anno e mezzo, ha cessato di accompagnare Sascha a partire dal Mutua Madrid Open e oggi lo stesso Zverev ha confermato che la loro relazione professionale si è conclusa.
“È sempre stato chiaro che Sergi faceva parte del mio team perché mio padre non stava bene di salute. Abbiamo deciso insieme, io e Sergi, di terminare la nostra collaborazione subito dopo Madrid,” ha dichiarato Zverev. Questa decisione è stata presa a causa di divergenze di opinione su come dovrebbe essere affrontato il suo gioco. “Mio padre, Sergi e io non condividevamo la stessa opinione su come dovessi approcciare il mio tennis, su come dovessi giocare dopo il mio infortunio. Io avevo un’opinione diversa, nonostante avessimo cercato di metterci d’accordo.”
Zverev ha espresso la sua gratitudine per l’aiuto ricevuto da Bruguera, definendolo “una persona fantastica” e ha riconosciuto il suo ruolo importante nel sostegno durante il suo percorso, specialmente fino all’ultimo Roland Garros, quando suo padre non era presente.
Tuttavia, il giocatore tedesco ha espresso il desiderio di seguire il proprio percorso e di ritornare in un ambiente più familiare. “Gli auguro il meglio per il futuro. Io voglio continuare per la mia strada e tornare in questo ambiente più familiare,” ha concluso.

Non molto tempo fa, il tennis americano e la terra battuta sembravano incompatibili. Tuttavia, negli ultimi anni, i giocatori statunitensi hanno mostrato una crescente predisposizione per eccellere su questa superficie, e ogni stagione diventa sempre più comune vederli raggiungere risultati significativi nei tornei del circuito europeo.
Questo cambiamento di tendenza è testimoniato dall’impressionante presenza di atleti americani in campo per l’edizione di quest’anno del Roland Garros. Sono infatti 16 gli uomini – cinque dei quali sono testa di serie e dieci hanno un’età inferiore ai 26 anni – e 19 le donne – quattro teste di serie e nove sotto i 24 anni – che rappresenteranno gli Stati Uniti nel prestigioso torneo francese.

La domanda ora si pone su come si esibiranno questi atleti, ma ciò che è evidente è che gli statunitensi di recente sono diventati decisamente più pericolosi di quanto non fossero in passato. Il loro talento si è evoluto e si è adattato alla terra rossa, un cambiamento significativo rispetto al passato quando il successo sul cemento era predominante tra i giocatori americani.

Nonostante ciò, la strada verso il successo non è garantita. La competizione è dura e la terra battuta rimane una superficie notoriamente difficile da dominare, con i suoi lunghi scambi e il ritmo di gioco più lento rispetto alle altre superfici. Tuttavia, l’aumento del numero di giocatori americani che partecipano e hanno successo nei tornei sulla terra battuta è un segnale positivo per il futuro del tennis a stelle e strisce.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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